Ai cani manca (solo) la parola
by Laura Rossin
La ricerca mette in evidenza la loro capacità di comprendere ed elaborare le informazioni.
Uno studio condotto da due ricercatori della Facoltà di Psicologia dell’Università del Sussex e pubblicato su Current Biology ha dimostro che i cani, messi in grado di partecipare attivamente alla nostra vita condividendo con noi contatti verbali, emozioni e gratificazioni, sono in grado di mettere in atto meccanismi cerebrali (simili a quelli dell’uomo) nel tentativo di analizzare e comprendere le nostre parole.
La parola umana è familiare e rilevante per i cani domestici, che percepiscono sia il linguaggio verbale che quello emozionale ad esso correlato.
Lo studio ha coinvolto 250 esemplari di cani e si è appurato che quando ci si rivolge a loro parlando, la quasi totalità dei cani aziona un movimento della testa da destra verso sinistra. Poi ai cani è stata fatta ascoltare una voce riprodotta da un sintetizzatore vocale (quindi priva di emozioni e di personificazione) ma i cani hanno comunque riprodotto lo stesso movimento, segno questo che stavano cercando di comprendere il linguaggio.
La ricerca ha dunque evidenziato ancora una volta come i cani tentino di processare le informazioni ricevute, cosa questa di grande importanza per tutte le attività cinofile, anche e soprattutto per l’educazione di base. In questo caso dunque, l’atteggiamento dell’educatore cinofilo dovrà tenere in conto sia della capacità di comprensione, che dei tempi di elaborazione della comunicazione umana che i cani mettono in atto.
E’ ovvio che ogni singolo cane ha poi una sua individualità, frutto del corredo genetico e delle esperienze di vita vissute. Sta a noi far fruttare al meglio in modo etico le qualità di ogni esemplare, sempre nel rispetto della sua sensibilità e intelligenza.
(Articolo tratto dalla rivista “I nostri cani”, n° 6 del Giugno 2016)
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